La vita di Dario Badaracco, 31 anni, è finita in un ospedale. Ci era arrivato perch i suoi compagni di cella gli hanno versato addosso acqua bollente. Ora gli inquirenti stanno accertando se si è trattato di un regolamento di conti tra detenuti o se qualcuno ha ordinato di ucciderlo. Perché lui era in carcere per un femminicidio, un caso che ha fatto discutere il paese, l’ennesimo fatto violento contro una donna.
Darío Gastón Badaracco, questo il suo nome completo, era il principale accusato per l’omicidio di Araceli Fulles, una 22enne trovata morta nel giardino della casa di Badaracco a San Martín, nella provincia di Buenos Aires. Era l’aprile del 2017. Inevitabile il suo arresto e il processo è ancora in corso. Badaracco il principale imputato, insieme ad altri sospettati del crimine. (continua dopo le foto)
Ed è morto la sera di sabato 13 aprile, dopo essere arrivto in ospedale una settimana prima. Due suoi compagni di cella del carcere di Sierra Chica lo avevano attaccato usando acqua bollente. Il suo corpo ustionato al 60 per cento. Lo hanno picchiato e poi gettato acqua bollente su viso, torace, addome, inguine e gambe. (continua dopo le foto)
“Sono cose che qui dentro regoliamo in questo modo”, hanno dichiarato gli ‘inquilini’ della cella 766. Ma gli inquirenti vogliono vederci chiaro. C’è, tra le altre ipotesi, quella di un ‘ordine’ arrivato dal’esterno, per vendicare la morte di Araceli. (continua dopo la foto)
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Perché quello di Araceli fu l’ennesimo caso di femminicidio in Argentina, paese che fa i conti con questa piaga. Tante le manifestazioni e le voci di una opinione pubblica che, insieme a famiglia e amici, hanno chiesto e chiedono giustizia. E restano forte le parole di quei detenuti: “Certe cose si risolvono così…”.
Eroina, crack e ciò che trova. Maria, 73 anni, si fa tutti i giorni. “Ero una ragazza modello, poi…”