“Addio”. Cinema italiano in lutto: una grande carriera, sempre con garbo e bellezza

Se n’è andata come ha vissuto: con grande classe, una delle donne più belle che l’Italia ricordi. L’attrice Alessandra Panaro è morta il 1 maggio a Ginevra, in Svizzera. L’interprete era ricoverata da alcune settimane e avrebbe compiuto 80 anni il 13 dicembre. L’annuncio della morte è stato dato all’Ansa da fonti vicine alla famiglia. Nata a Roma, Panaro raggiunse la fama con il film “Poveri ma belli”, firmato nel 1956 da Dino Risi, che la diresse poi anche in “Belle ma povere” e “Poveri milionari”. Simbolo di bellezza genuina, della classica ragazza della porta accanto, con Lorella De Luca incarnò la “fidanzata d’Italia”.

De Luca fu sua compagna di lavoro anche in tv, nel “Musichiere” di Mario Riva. Panaro recitò anche in “Lazzarella” (1957) di Carlo Ludovico Bragaglia, ispirato alla canzone di Domenico Modugno e Riccardo Pazzaglia. Nella sua carriera ha lavorato anche con Totò, Alessandro Blasetti e Luchino Visconti. Ha sposato in prime nozze il banchiere Jean-Pierre Sabet (deceduto nel 1983) e in seconde nozze l’attore Giancarlo Sbragia (morto nel 1994). (Continua dopo la foto)


È un’Italia in bianco e nero, che profuma di campagna e di sogni ingenui, in cui la tv si accende solo nei bar del paese e al cinema ci si affolla per sognare ad occhi aperti, quella che oggi si associa al ricordo di Alessandra Panaro. Cornice quieta e agiata per una vecchiaia trascorsa lontano dai riflettori che pure, dalla metà degli anni ’50, ne avevano fatta una star. (Continua dopo la foto)

Simbolo di bellezza genuina, della classica ragazza della porta accanto. Nel 1939, finisce quasi per caso sotto gli occhi di due impareggiabili maestri che la notano per qualche scatto apparso sui rotocalchi e qualche particina minore: da un lato Dino Risi che arruola sia lei che Lorella De Luca per una commedia senza pretese, girata nell’estate romana («Poveri ma belli» del 1956); dall’altro Mario Riva che assolda le due ragazze appena due anni dopo come vallette al “Musichiere” e le presenta al pubblico come le “cognatine”. (Continua dopo la foto)

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Ma Alessandra Panaro, che al successo di “Poveri ma belli” approda comunque dopo una buona gavetta nelle produzioni di genere a Cinecittà (già 8 film all’attivo), si distacca dalla massa per lo sguardo vispo, la battuta pronta, la duttilità dei ruoli. Una grande perdita per il cinema italiano.

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Pubblicato il alle ore 17:40 Ultima modifica il alle ore 17:50