Bari: “Mio figlio dipendente dai videogiochi, lo nutro forzatamente”

Una mamma si è vista costretta a chiedere aiuto ai medici del Dipartimento dipendenze patologiche della Asl di Bari quando si è resa conto di non avere mezzi a sufficienza per far uscire il figlio dal tunnel dei videogiochi. La vita del ragazzino, 13 anni, ridotta a uno schermo, coi contatti online come unica forma di relazione sociale. Una situazione che purtroppo accomuna sempre più bambini e ragazzi, che diventano praticamente schiavi del mondo virtuale senza sapere come fare a uscirne.

Una mamma barese, impotente di fronte al figlio 13enne totalmente drogato di videogame, non ha visto altra soluzione se non quella di rivolgersi a degli esperti dopo aver provato invano a farlo uscire da quel tunnel. L’incubo è iniziato circa tre anni fa, stando al racconto che la donna ha fatto qualche tempo fa al quotidiano Repubblica: il figlio ha iniziato a giocare con un tablet e da quel momento non si è più fermato. (Continua dopo la foto)


“Una volta è stato sveglio 40 ore di seguito, con pausa dal pc soltanto per mangiare e bere – ha detto la mamma, che ha preferito rimanere anonima, descrivendo la rapida discesa del figlio verso l’isolamento – Ci ho provato una volta a spegnere il pc ed è andato in escandescenza […] Le sue sono vere e proprie crisi di astinenza, come quelle che possono colpire un eroinomane senza dosi: mio figlio non è più se stesso, trema e ha gli occhi rossi”. (Continua dopo la foto)

Una situazione disperata, con il figlio totalmente isolato dal mondo esterno, che non smetteva di giocare nemmeno per mangiare e dormire. Ci ha provato a farlo desistere, a togliergli di mano quei videogiochi che lo stavano assorbendo, ma senza risultati. Quei gesti scatenavano solo delle reazioni inconsulte, tanto che alla fine si vedeva pure costretta a fargli saltare la scuola tanto era esausto dopo una nottata trascorsa davanti allo schermo. (Continua dopo la foto)

{loadposition intext}
La mamma del 13enne è stata tra le prime a chiedere supporto al Dipartimento delle dipendenze patologiche della Asl di Bari. Il ragazzino ormai non riusciva più a distinguere la realtà dal virtuale, al punto che un giorno la donna ha dovuto richiedere l’intervento del personale sanitario del 118 per frenare una crisi scoppiata dopo che gli era stato spento a forza il pc. Il direttore del Dipartimento ha spiegato che per ora i casi di ‘internet addiction disorder’ seguiti sono solo una decina. Questo perché non è facile per un genitore ammettere che il proprio figlio soffre di una dipendenza dal virtuale. Dipendenza che fa sì che la tecnologia prenda il posto delle relazioni.

Nutella Biscuits: finalmente arrivano in Italia!

Pubblicato il alle ore 21:42