Durante la giornata, il mio umano ha fatto alcune telefonate, e ha passato la maggior parte del tempo con me. A un certo punto l’ho sentito dire: “9 del mattino domani… ok, sì… Le faccio sapere se ci sono cambiamenti, grazie dottoressa MacDonald”. Subito dopo ha chiamato qualcun altro, dicendo: “Salve, mi scusi, ma devo cancellare per stasera” poi, mentre stavo per riaddormentarmi, mi è sembrato di sentirlo piangere di nuovo.
In serata altre delle mie persone preferite sono arrivate. Ed erano tutte così affettuose. Ho leccato via le loro lacrime quando si avvicinavano abbastanza alla mia faccia. Sospiravano cose dolci alle mie orecchie, dicendomi che era un bravo ragazzo. Più tardi mi sono sentito forte abbastanza da camminare fino alla porta per vedere chi arrivava. Mi è sembrato molto più stancante di quello che mi ricordassi. Ho sentito allora il mio umano dire: “Questa è la prima volta che si alza da solo oggi”. Mi sono sembrati tutti molto contenti della notizia, e lo ero anche io. Ma, una volta finito l’entusiasmo, è stato molto faticoso continuare a muoversi.
Dopo che l’ultimo visiatore è andato via, la mia persona mi ha portato fuori per fare quelli che lui chiama “i miei affari”. Siamo tornati dentro e abbiamo raggiunto le scale, che mi sembravano almeno due volte più ripide di quanto me le ricordassi e dieci volte più lunghe. Allora ho guardato il mio umano e lui mi ha guardato a sua volta. Mi ha detto: “Non preoccuparti amico, ci penso io” e mi ha portato su. E dopo è andata anche meglio, mi ha permesso di dormire nel *suo* letto. Fatemelo ripetere ancora una volta: *Ho potuto dormire nel letto del mio umano!*. Normalmente ognuno ha il suo letto, ma l’altra notte ci siamo coccolati ed è stato così bello sentirlo vicino. Ho pensato: “Questo è quello che fa per me, non me ne andrò mai”, anche se non mi sentivo benissimo e avevo qualche difficoltà a respirare. (Continua dopo la foto)
Pare sia iniziato qualche mese fa. Stavamo giocando e all’improvviso sono svenuto. Non so bene cosa sia successo, ma credo che mi si sia fermato il respiro. Potevo sentire la mia persona che mi chiamava. Ma non potevo muovere un singolo muscolo, lui mi sollevava la testa e guardava i miei occhi. Potevo vederlo, lì di fronte a me, ma non potevo leccare la sua faccia. Mi disse: “Benny ci sei? Non ti preoccupare amico, ci penso io”. Ero completamente perso, ma poi i miei polmoni sono riusciti a tirare un lungo respiro e ho ricominciato a vedere.
Andammo da alcuni dottori, ed è da allora che ho iniziato a sentire tante volte parole come “cardiomiopatia,” “cancro” e “insufficienza renale.” Tutto quello che so è che a volte mi sento bene, e a volte… proprio no. Il mio umano mi dà delle medicine.
Questa mattina l’ho sentito alzarsi e fare la doccia, tornato nella stanza aveva un profumo così buono. Mi voleva aiutare ad alzarmi, ma sono riuscito a farlo da solo. Siamo andati fino alla cima delle scale e anche questa volta sembravano più ripide e lunghe del solito. Lui mi ha detto: “Ci sono io, amico” e mi ha portato di sotto. Ho fatto i miei bisogni e siamo tornati dentro. Poi ha aperto una di quelle scatolette deliziose, che mi piacciono tanto, di quel cibo ottimo… ah se mi piacciono!
È arrivato anche Jay: che sorpresa! Ma tutti e due sembravano preoccupati, anche se continuavano ad accarezzarmi. Era quasi uno di quegli spettacoli in cui tutti gli attori sono tristi, ma fanno finta di essere felici. Qualche minuto dopo è arrivata un’altra persona, aveva dei pantaloni da dottore e io mi sono sdraiato su di lei.
Li ho sentiti parlare, e tutti hanno guardato le mie gengive e toccato le mie zampe. Ho sentito la signora con i pantaloni da dottore dire: “È una vostra decisione, si trova sicuramente in quella fase, ma non voglio spingervi a prendere decisioni. Vedendo il suo colorito pallido, sono piuttosto sorpresa che riesca a stare in piedi. E le zampe e le guance…” dice puntando il dito verso la mia faccia, “qui dovrebbe essere rosa, invece è quasi bianco, tendente al giallo”. (Continua dopo la foto)
La mia persona e Jay si sono quindi allontanati per parlare. Quando sono tornati ho sentito il mio umano dire: “Sono d’accordo, non voglio aspettare fino a che sia in agonia”, andando poi nell’altra stanza. A dire il vero io mi sentivo davvero male, anche se ero in piedi e camminavo. Mi sembrava che tutta la mia testa fosse fredda, le mie zampe erano gelide e le mie gambe posteriori non funzionavano bene.
La signora con i pantaloni da dottore ha detto: “Inietterò questo nei suoi muscoli, è un sedativo, e poi mi allontanerò così da potervi dare il tempo di stargli vicino e aspettare che si addormenti”. Il mio umano mi ha baciato e guardato negli occhi, tratteneva le lacrime. La signora con i pantaloni da dottore mi ha quindi iniettato qualcosa nella gamba, io ho guardato il mio umano: è una persona meravigliosa, gli sarò per sempre vicino.
Lui e Jay mi hanno accarezzato, continuando a dirmi le cose più dolci del mondo: che ero un ottimo cane, che ero stato bravissimo a fare il mio dovere e di quanto erano contenti di avermi avuto nella loro vita. A un certo punto ho inizato a sentire un brusio nella mia testa. CONCENTRATI! Ho guardato il mio umano, ho pensato a quanto bene gli voglio.
Ho di nuovo avuto un mancamento. CONCENTRATI! Guardo il mio umano, quanto bene gli voglio, sarò sempre al suo fianco, lui lo sa. Ma sto dormendo? CONCENTRATI! Sarò sempre con lui, con tutto il mio cuore…
La donna con i pantaloni da dottore dice: “Deve proprio avere una grande voglio di stare con te, ce la sta mettendo tutta per non cedere, è incredibile”. Il mio umano allora, trattenendo le lacrime, ha detto: “Lo so, questo ragazzo vive per me, è l’essere più fedele e devoto che abbia mai incontrato…”. Abbiamo avvicinato le nostre teste e abbiamo chiuso gli occhi, mi sentivo così bene, non riesco proprio a spiegarlo a parole. Ci siamo guardati di nuovo. Mi sembrava di riuscire a controllare quel ronzio nella testa, ma ho comunque pensato che stendersi un po’ mi avrebbe fatto bene. Il mio umano mi ha aiutato: che bello!
Sentivo lui e Jay che mi accarezzavano, mentre parlavano di me. Mi vogliono proprio un sacco di bene. Quanto sono fortunato? E poi all’improvviso mi è sembrato che a coccolarmi fossero mille mani, di tutti quelli che ho conosciuto: mi coccolavano, mi grattavano sotto le orecchie e in quel preciso punto, appena sotto il collare, che ti fa muovere le gambe: dovreste provarlo, è fantastico!”. (Continua dopo la foto)
Poi la signora con i pantaloni da dottore mi ha toccato la gamba, ve l’ho già detto che il mio umano si è anche occupato in passato di rimettere a posto le mie ginocchia? Sono di titanio e hanno funzionato bene fino ad ora, solo che ultimamente le sentivo un po’ cigolanti.
Mentre gli altri mi accarezzavano, la signora con i pantaloni da dottore mi ha messo un altro ago nella gamba: non appena il fluido ha iniziato a circolare le mie zampe sono miracolosamente guarite! Le mie ginocchia erano perfette! E quando l’ho sentito in circolo nel mio corpo anche il mio cancro è andato via. I miei reni erano in forma, e il mio cuore è tornato sano. Mi sembrava davvero di aver sconfitto tutti i miei malanni. Che sensazione fantastica!
Ho visto la mia persona, Jay e la signora che vive in casa nostra, Shelly, mettersi in cerchio vicino a qualcosa… non so, era qualcosa che mi somigliava, era tipo me quando ero molto malato e sfinito. La faccia era appannata, per cui non riuscivo a vedere bene. Ma mi sembrava che quel poverino stesse davvero soffrendo un sacco.
Mi sembrava che il mio umano fosse sollevato, da una parte, ma davvero molto triste dall’altra. Gli voglio molto bene. Guardavo a quel coso che mi somigliava e a lui, e mi sono detto che era molto triste anche io. Ho iniziato a saltellare per la stanza, facendo un po’ il pagliaccio, ma mi pareva che loro volessero essere tristi e rimanere concentrati su quel coso, continuando ad accarezzarlo e baciarlo.
Il mio umano era proprio triste. Mi sono steso vicino a lui, come ho fatto milioni di altre volte, ma non era esattamente la stessa cosa. Mi sembrava che il suo corpo fosse diventato una nuvola che io potevo attraversare. Allora mi sono messo vicino a lui, come un bravo compagno, e gli ho sussurrato: “Non ti preoccupare, amico, ci sono io!”
Non lo lascerò mai, gli starò vicino per sempre. E questo lui lo sa”.