Investito dalla madre perché si rifiutava di andare a scuola. Ora quel bambino, Julian, nove anni, sarà costretto ora a vivere il resto della sua esistenza con gravi danni cerebrali e sua madre, Tiffany Kosakowsky, una donna americana di 36 anni, è stata condannata a un mese di carcere (più 5 mesi di pena sospesa). È successo tutto a febbraio scorso nei pressi della scuola del ragazzino che si trova a Belmont, nello stato del Michigan.
Stando alle ricostruzioni, la madre sarebbe partita di corsa, facendo sbandare l’auto da un lato all’altro mentre Julian, terrorizzato, si aggrappava maniglia esterna della porta del passeggero, restando aggrappato per quasi 50 metri prima di cadere sotto la macchina. Come detto, Julian è sopravvissuto ma la testa e il torace sono stati schiacciati dalla ruota posteriore del lato passeggero e il bambino ha riportato gravi danni cerebrali oltre a diverse fratture. (Continua dopo la foto)
In aula il giudice Curt Benson ha definito le azioni di Tiffany Kosakowski “imperdonabili” prima di pronunciare la sentenza di condanna giovedì scorso. Lei ha ammesso di aver “guidato in modo spericolato causando gravi danni” nell’incidente che risale a 2 mesi fa. “Sono devastata” da quello che è successo, ha detto per poi aggiungere che è consapevole di dover “convivere con questo per il resto della mia vita”. (Continua dopo la foto)
“Tutto quello che mi interessa ora è esserci per mio figlio e sostenerlo ogni giorno come ho fatto”, ha concluso la 36enne, single e mamma di due gemelli. Stando agli atti depositati in tribunale dopo l’incidente, la 36enne sapeva che il figlio era in piedi davanti alla porta del passeggero: “L’imputata ha guidato consapevolmente il veicolo in quel modo e lo ha fatto per causare gravi lesioni fisiche al figlio”. (Continua dopo la foto)
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Tiffany Kosakowski ha provato a giustificarsi definendo il suo comportamento come “un momento di follia”, hanno riferito alcuni amici. Uno di loro ha anche sottolineato come la donna avesse reso i suoi figli “una priorità sopra ogni altra cosa”. La donna, riporta il Daily Mail, aveva 30 lettere di supporto, ma il giudice le ha chiesto se avrebbe ancora avuto quel sostegno dopo che chi le ha scritte ha saputo che cosa è successo.
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