Era ubriaco e visibilmente alterato e disturbava i clienti che si trovavano fuori a un bar di Gallarate, così, su segnalazione dei titolari, sono presto arrivati i carabinieri. Ma una volta sul posto, dopo avergli chiesto le generalità, per tutta risposta i militati hanno ricevuto un rutto in faccia. Una ‘reazione’ a cui si stenta a credere, ma che ha valso all’uomo in questione l’arresto con l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale. Ne dà notizia La Prealpina.
Protagonista di questa storia che nelle ultime ore sta facendo il giro di siti e quotidiani è un ragazzo di origine marocchina di 22 anni già noto alle forze dell’ordine per piccoli precedenti penali. Nel dettaglio, dopo aver ‘risposto’ alla richiesta dei carabinieri di fornire le sue generalità, il giovane ha iniziato a gridare e spintonare i militari, scappando poi dal locale e dandosi alla fuga in auto. (Continua dopo la foto)
La fuga, però, è durata poco. Inseguito dall’auto dei carabinieri, il 22enne è stato presto raggiunto e fermato. E arrestato. Il ragazzo non è nuovo a “imprese” del genere visto che, come racconta sempre La Prealpina, nel giro di una settimana era già finito in manette un’altra volta, sempre per resistenza a pubblico ufficiale. Era stato fermato nel giorno di San Valentino per aver rubato profumi del valore di 270 euro. (Continua dopo la foto)
Interrogato, il 22enne aveva spiegato che aveva troppe fidanzate a cui dover fare un regalo per la festa degli innamorati. Poi, chiuso in camera di sicurezza in attesa del processo per direttissima, cantava a squarciagola “Questa cella non mi fermerà”. Ed è stato di parola, a giudicare da quello che è successo poche settimane dopo. Al processo, il giudice lo scarcerato ma con obbligo di firma. (Continua dopo la foto)
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Appena qualche settimana dopo, però, è finito di nuovo nei guai. Venerdì 12 aprile, il ragazzo è comparso davanti al giudice Marco Montanari per il processo con rito direttissimo, si legge ancora su La Prealpina. Difeso dall’avvocato Alberto Talamone, il giovane ha riottenuto la libertà ma con l’obbligo di presentazione quotidiana in polizia, “così da imporgli il rispetto dovuto”, ha commentato il legale. La sentenza è attesa a maggio prossimo.
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