I progetti di vita, anche quelli più belli e puri, spezzati da un destino. Con l’aggravante di apparire beffardo. È quello che è successo a questa coppia. Avevano deciso di sposarsi, dopo cinque anni di convivenza. Nozze programmate per il prossimo agosto, ma non ci saranno. Perché lui è morto in un modo che fa rabbia alla sua compagna, alla sua famiglia e agli abitanti di quel quartiere.
“Spero chefacciano presto giustizia”, urla la fidanzata della vittima, “perché a me lui non lo restituisce nessuno”. Lui si chiama Adrián Continello, 32 anni, tifosissimo di calcio e impiegato come addetto al suono in una televisione nazionale. Lei, al sua promessa sposa, si chiama Mechi, il diminutivo di Mercedes. E i fatti fanno molto male. Non doveva succedere, come dicono tutti. (continua dopo la foto)
La storia, difatti, è di quelle che lasciano l’amaro in bocca, oltre a tanta rabbia. È successo tutto nella località argentina di San Cristobal. Lui, come evidente dal cognome, di chiare origini italiane, come tanti laggiù. Era nella loro casa, tranquillo. All’improvviso, il disastro. E come spesso capita in questi casi, qualcuno aggiunge “annunciato”. (continua dopo la foto)
Adrián e Mechi abitavano al primo piano di una palazzina. Che ora non c’è più. All’improvviso, infatti, ha ceduto il locale che era sito al piano terra. Al suo interno uno dei tanti minimarket a gestione cinese. Con il cedimento del soffitto è venuto giù tutto. Adrián era uno dei due rimasto itrappolato tra le macerie. Immediati i soccorsi, che hanno scavato a mani nude, facendosi spazio tra i materiali prodotti dal crollo. Ma non c’è stato nulla da fare, almeno per Adrián. (continua dopo la foto)
Ora, come sempre in questi casi, le denunce e il rimpallo di responsabilità. “Da giorni sentivamo tremare il pavimento”, racconta Mechi. La possibile irregolarità nela progettazione e costruzione era stata segnalata da diverse persone del luogo. Ci saranno le consuete indagini, ma le parole di Mercedes restano impresse nella mente di tutti: “Avevamo progetti, ora non c’è più niente”.
Suore abusate per anni da preti. Erano violentate a turno