Bollette Enel, dal 1 marzo cambia tutto. “Ma non pagate se c’è questa scritta”. È ufficiale: tutti i dettagli sull’ultima novità

 

La polemica sui rincari delle bollette della luce dovute ai morosi non sembra ancora essere svanita, nonostante sia intervenuta anche la stessa Enel a placare gli animi. La voce ha iniziato a circolare via Whatsapp e messo in allarme i consumatori, preoccupati di un aumento dai 30 ai 35 euro per via dei cosiddetti furbetti della luce. Una bufala, si è scoperto poi, che si riferisce al fatto che l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e i rifiuti (Arera) nei giorni scorsi ha approvato una delibera che consentirà ai distributori della luce di recuperare alcuni crediti inesigibili tramite le bollette di tutti i consumatori. Ma attenzione: il provvedimento deciso da Arera, come precisa poi Enel in una nota, “è esclusivamente finalizzato a reintegrare gli oneri di sistema a seguito del mancato versamento da parte di alcune imprese venditrici e non di altri clienti morosi. Il relativo impatto sulle bollette dei consumatori finali non è ancora stato quantificato, ma in ogni caso l’Autorità ha precisato che sarà molto contenuto (all’incirca il 2% degli oneri di sistema, e non certo 35 euro)”. Enel fa inoltre presente “che nelle bollette attuali e in quelle dei prossimi mesi non risultano voci aggiuntive”. Fatta chiarezza, ora una buona notizia, sempre dal fronte ‘energia e gas’: dal primo marzo gli italiani non si riceveranno più maxi bollette con cifre davvero consistenti da pagare per conguagli o arretrati, spesso dovute alla negligenza delle stesse società eroganti. (Continua dopo la foto)


Da giovedì 1, dunque, entrerà definitivamente in vigore quanto previsto dalla legge di bilancio 2018 che riguarda gli importi non ordinari delle bollette dei fruitori salvaguardando soprattutto famiglie e piccole imprese. In sostanza significa che i pagamenti Enel andranno in prescrizione già dopo soli 2 anni e non dopo 5, come recitava la norma precedente. Una modifica che, come detto, è entrata in vigore dopo l’approvazione della recente legge di bilancio e che punta a favorire il consumatore limitando i ritardi nella fatturazione che a volte superavano di gran lunga i 2 anni, presentando così all’ignaro utente bollette ‘astronomiche’. Ma dal 1 marzo si cambia: ogni 2 anni la compagnia elettrica sarà obbligata a controllare eventuali conguagli e ad avvisare il cliente con un anticipo di minimo di 10 giorni rispetto alla data di scadenza dei pagamenti. (Continua dopo le foto)


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Ma cosa succede nel caso arrivi una fatturazione per periodi di consumo antecedenti ai due anni previsti dalla legge di bilancio, per esempio se in corrispondenza del pagamento c’è la data del 2015? In questo caso il il consumatore può non pagare e presentare subito un reclamo. Oppure può pagare per evitare che la compagnia possa privarlo del bene contestato, fatto salvo però il diritto a ottenere il rimborso del pagamento e a procedere con un ricorso all’Antitrust affinché ci sia un reclamo contro la compagnia. È evidente che questo stop ai maxi conguagli ha lo scopo di proteggere famiglie e imprese dal rischio di ritrovarsi bollette esorbitanti a causa di ritardi o problemi ed errori delle società.

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Pubblicato il alle ore 22:17