Vinicio Bulla è innanzitutto un padre di famiglia e poi un imprenditore italiano con le idee chiare ed il cuore grande. Ai microfoni del giornalista che lo intervista va dritto al punto: “Non voglio morire coi soldi in banca. Nel mio paese c’è grande decadenza. Vedo tante carrozzelle con gente della mia età ma ben poche carrozzine con bambini”.
La sua impresa è sorta 40 anni fa a Caltrano, in provincia di Vicenza e, con la creatività e la determinazione tipica degli imprenditori del Nord-est, Vinicio l’ha fatta diventata leader mondiale nella produzione di tubi in acciaio inox e leghe speciali di grandi dimensioni destinati per lo più a piattaforme petrolifere. (Continua dopo la foto)
“Non voglio – continua Vinicio – che i nostri paesini muoiano. Così ho deciso che per i 150 lavoratori che faranno un figlio Bulla regalerò un assegno, il cui importo varierà dai 250 ai 550 euro netti al mese per sette anni, e che servirà per pagare le scuole dei ragazzi, dal nido alla materna fino alla prima elementare.”
La prima bimba fortunata a cui l’azienda rimborserà le spese della scuola, è già arrivata: Elena, nata il 23 dicembre. Inoltre verrà elargita anche una tantum di 2mila euro per il secondo figlio, che salirà a 3mila per i successivi. (Continua dopo la foto)
Un atto di generosità che non verrà certamente dimenticato: “Ora mi salutano ancora più contenti”, ha raccontato. Bulla è riuscito a raggiungere un traguardo importante: è riuscito a evitare che i lavoratori della Rivit andassero in cassa integrazione, anche nei periodi in cui il calo delle commesse sembrava far presagire il peggio. (Continua dopo la foto)
Bulla ci tiene che la sua azienda sia cento per cento italiana: per questo ha declinato le diverse offerte di acquisto da parte di fondi esteri. Ora in azienda ci sono i suoi tre figli, ma nonostante ciò non smette essere grato a chi ha contribuito a fargli raggiungere questi risultati, e cioè i suoi dipendenti.