Covid “sta passando da solo, sta facendo tutto la natura. Come è avvenuto per la Spagnola e per la Sars. E anche i pazienti sono guariti da soli”. Esordisce così Luciano Gattinoni, professore emerito dell’università di Göttingen, in Germania, e dell’Università Statale di Milano, uno dei più grandi esperti in anestesia e rianimazione, in un’intervista al ‘Giornale’ facendo il punto sull’andamento dei contagi in Italia.
Non sono stati i farmaci e la corsa alle terapie intensive la chiave per arrivare al lieto fine? «Esatto. Abbiamo iniziato a gestire meglio l’infezione quando abbiamo cominciato a fare meno cose. E anche nei mesi dell’emergenza, non abbiamo fatto altro che tamponare i sintomi”. Certo rianimare i pazienti è stato fondamentale, “ma è stato solo un aiuto. Sarebbero guariti da soli. Infatti molti sono morti nonostante la terapia intensiva. Con i respiratori abbiamo solo corretto un sintomo che, per carità, da solo sarebbe bastato a portare alla morte, cioè l’insufficienza respiratoria. Ma i pazienti guariti – evidenzia Gattinoni – sono quelli che da soli hanno sviluppato gli anticorpi”. (Continua dopo la foto)
“Non abbiamo cura. Per alcuni virus vale la terapia eziologica che li tiene sotto controllo. Penso all’Hiv. Per altri virus ci sono farmaci come il cortisone o l’idroclorichina che interferiscono con il processo patogeno, mettendo il bastone tra le ruote. Per il Covid non abbiamo nulla di tutto ciò, solo farmaci che curano i sintomi”, ricorda l’esperto. Eppure il virus è (clinicamente) sparito, “a confermarlo sono anche gli accessi, quasi nulli, al pronto soccorso. Questa storia si conclude con il finale aperto, come i film migliori. Anche gli studi per capire l’interazione tra virus e ospite resteranno in sospeso, come in attesa di un sequel”. Mancano gli ‘attori’, cioè “non ci sono più pazienti da studiare. Se mi serve un panel di 300 persone ma ne ho solo 50, allora va tutto a monte”. (Continua dopo la foto)
L’invito di Gattinoni è “accontentiamoci dei fatti, anche se non abbiamo una spiegazione. I casi sono diminuiti moltissimo. L’ipotesi è che, oltre alle mascherine, anche la temperatura abbia aiutato a spezzare la catena dei contagi. Per il semplice fatto che un microrganismo su una superficie sopravvive meno sotto il sole rispetto all’inverno”.
Dobbiamo aspettarci la seconda stagione della serie? “Lo vedremo. Ci saranno altri morti, ma non avremo più le emergenze dei mesi scorsi. Ora è il momento di cominciare gli studi comparativi: ogni Paese ha usato la sua tecnica per gestire l’ondata di malati. Dobbiamo capire quale è stata la soluzione migliore”. Ad esempio, “noi abbiamo affrontato tutto a valle. Quando invece i problemi vanno affrontati a monte, molto molto a monte”. Cioè? “Dovevamo puntare tutto sulla scuola. Molto tempo prima. A gestire questa emergenza sono state persone troppo ignoranti. Per fare un paragone, la Merkel ha vinto le Olimpiadi di matematica ed è laureata in Fisica nucleare”, conclude l’anestesista.