Catastrofe climatica, gli scienziati: “La fine del mondo è molto vicina. Abbiamo la data”

20 giorni di caldo letale all’anno, collasso degli ecosistemi e oltre un miliardo di persone sfollate. Questi sono tutti scenari che potrebbero devastare le società entro il 2050 se non verranno intraprese azioni rapide e radicali per limitare i cambiamenti climatici. L’analisi, pubblicata dal Breakthrough National Center for Climate Restoration di Melbourne, in Australia, sostiene che i potenziali “esiti estremamente gravi” delle minacce alla sicurezza legate al clima sono molto più probabili di quanto si pensasse ma sono quasi impossibili da quantificare perché “cadono al di fuori dell’esperienza umana degli ultimi mille anni”.

Continuando a questi ritmi secondo lo studio i sistemi planetari e umani raggiungeranno un” punto di non ritorno “entro la metà del secolo, in cui la prospettiva di una Terra in gran parte inabitabile porterà alla guerra tra le nazioni e al disordine internazionale”. (Continua a leggere dopo la foto)


Il documento dipinge un triste futuro in cui oltre un miliardo di persone saranno sfollate, in cui le produzioni alimentari caleranno e in cui alcune delle città più popolose del mondo resteranno parzialmente abbandonate. La prefazione è scritta da Chris Barrie, un ammiraglio in pensione ed ex capo dell’Australian Defense Force, che ha dichiarato che “dopo la guerra nucleare, il riscaldamento globale indotto dall’uomo è la più grande minaccia per la vita umana sul pianeta”. (Continua a leggere dopo la foto)

Le forti temperature faranno collassare patrimoni ambientali della nostra Terra: come la Foresta Amazzonica, l’Artico e le barriere coralline; l’America del Nord sarà sferzata da incendi devastanti; la disponibilità dell’acqua crollerà in tutto il mondo; le precipitazioni saranno praticamente dimezzate in numerose aree, e ciò porterà a un crollo dell’agricoltura e delle risorse alimentari. Nella premessa del briefing, l’ammiraglio in pensione Chris Barrie, capo della Forza di difesa australiana dal 1998 al 2002 ed ex vicecapo della marina australiana, elogia il documento. (Continua a leggere dopo la foto)

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Secondo Barrie il documento ha “messo a nudo la verità pura sulla disperata situazione che gli umani e il nostro pianeta stanno vivendo, dipingendo un’immagine inquietante della reale possibilità che la vita umana sulla Terra possa essere sulla via dell’estinzione, nel modo più orribile”. Le popolazioni dovranno trasferirsi altrove per sopravvivere, le società per come le conosciamo oggi verranno disgregate e inizieranno guerre devastanti (anche nucleari) per accaparrarsi le ultimissime, preziose risorse.

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Pubblicato il alle ore 10:55