Si fatica a credere a una storia tanto atroce. Una di quelle vicende che risulta talmente violenta e inumana che quasi la si esclude, volontariamente e a priori, come falsa. Eppure l’Isis in questi anni ci ha abituati a un grado di crudeltà che mai si era visto, quantomeno negli schermi dei nostri smartphone, testimoniando ancora una volta che l’animale più feroce rimane sempre e comunque l’uomo.
Non parliamo di uno sgozzamento di un giornalista qualsiasi inviato in Siria per parlare di guerra, questa volta la protagonista della nostra macabra storia è una schiava sessuale del califfato che, secondo alcune fonti non confermate, sarebbe stata costretta a mangiare il proprio bambino, ucciso e cucinato dai terroristi. (Continua dopo la foto)
L’agghiacciante e doloroso racconto è stato portato alla luce dalla parlamentare irachena Vian Dakhill, l’unica di etnia yazida (né araba, né musulmana, e per questo vista come un’adoratrice del diavolo dallo Stato Islamico). La “schiava” era una di quelle donne che non sono riuscite a sfuggire ai fanatici (l’Isis rapisce donne , di qualsiasi etnia e religione per usarle e/o venderle all’asta), ha raccontato di essere stata rinchiusa in una cella per tre giorni senza acqua e cibo.
Al termine dei tre giorni poi, le è stato servito un pasto a base di carne accompagnata da riso. Dopo aver patito i morsi della fame, ha divorato il pranzo. Solo dopo l’ultimo boccone – ha spiegato la Dakhill all’emittente egiziana Extra News – le hanno detto: “Abbiamo cucinato il tuo bambino di un anno dopo avertelo portato via, è questo quello che hai appena mangiato”. (Continua dopo la foto)
La testimonianza rilasciata dalla parlamentare irachena in tv. La madre costretta a mangiare il suo bimbo è anch’essa di etnia yazida, come la parlamentare. Non è la prima volta che sentiamo una storia analoga a questa: ovvero in cui una determina etnia viene presa di mira dal sedicente Stato islamico.
Yazidi Iraqi MP Vian Dakhil Breaks Down in Tears Recounting Atrocities Committed by ISIS against Her People pic.twitter.com/T69GXmfLn8
— MEMRI (@MEMRIReports) 26 giugno 2017
{loadposition intext}
I curdi, ad esempio, non poco sono stati bersagliati dai fanatici dell’Is e per un lungo periodo lasciati soli e (quasi) completamente circondati. Soltanto la determinazione di un popolo forte e il ruggito di un esercito composto da uomini e donne; coadiuvato dall’imponente aiuto militare di alcuni stati occidentali (come gli Usa, per dirne uno) sono riusciti a tenere a bada la completa estinzione di una intera etnia. (Continua dopo le foto e il video)
La storia della donna yazida, qualora fosse confermata da fonte attendibile, dimostrerebbe ancora una volta che l’Isis non è composto da uomini, ma da pazzi squilibrati assetati di sangue e morte. Come se ci servisse un’ulteriore conferma.
Ti potrebbe anche interessare: Maria Giulia, l’italiana che ha ‘mollato’ la vita da ragazza per unirsi all’Isis. La sua storia ha sconvolto il paese e ora emergono nuovi fatti choc. Ecco cosa faceva